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Le mirabolanti avventure di Sacco e Vanzetti

 

Il post di ferragosto




All'alba di un ferragosto romano, dove le strade sono deserte e silenziose, ma anche dove i luoghi più battuti dai turisti si presentano come dei formicai impazziti, io mi ritrovo a fare il punto della situazione su tutto quello che sto captando attorno a me.
Dopo aver appurato l'inutilità di Zeitgeist (letteralmente "spirito del tempo"), il nuovo album che battezza la reunion degli Smashing Pumpkins, di cui si poteva fare volentieri a meno. Un Billie Corgan fiacco come non mai, che ritorna con dei riff superflui, noiosi e per niente accattivanti. Il suono che ne esce è su per giù quello degli anni passati, solo che ora non serve più, anzi, odora di plastica e cellophane, non riesce a fare presa sulla mia pelle, la stessa che rabbrividiva ad ogni ascolto di quel magistrale album che è stato e sarà "Siamese Dream". Non mi viene nemmeno in mente qualche canzone che si potrebbe salvare, nonostante abbia ascoltato Zeitgeist diverse volte, offrendogli svariate chance di rivalsa. Ma non c'è stato nulla da fare...
Al contrario i The National, si sono rivelati una piacevole sorpresa. Un quintetto proveniente dalla Grande Mela, formato da due coppie di fratelli agli strumenti, ai quali si aggiunge la distintiva voce baritonale del cantante Matt Berninger. I ragazzi, i quali hanno appena pubblicato il loro quarto album "Boxer", pare abbiano metabolizzato molto bene la lezione dei Joy Division, riproponendo un sound che si distacca parecchio dall'indie rock attuale. Sebbene gruppi del calibro degli Interpol e cloni simili non mi abbiano mai appassionato, i National mi stanno conquistando ogni giorno che passa. Grazie alle particolari liriche di Berninger e grazie soprattutto alla batteria, che propone delle ritmiche inaspettate, rallentando laddove qualsiasi altra persona avrebbe spinto sull'acceleratore e viceversa. Il tutto suonato con uno stile che li contraddisingue. Anche gli arrangiamenti sono molto belli e riescono a farci dimenticare la consueta forma canzone strofa-ritornello-strofa, facendoci perdere in un percorso musicale dove solamente loro possono condurci, tenendoci per mano e sussurandoci che è tutto sotto controllo. Da ascoltare Apartment Story oppure Lit Up, giusto per farsi un'idea.
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debord teneva un diario, baudrillard teneva un diario. e noi chi siamo, i figli della serva?