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Le mirabolanti avventure di Sacco e Vanzetti

 

Missing

domenica, aprile 22

A Londra hanno promosso una campagna per togliere i graffiti dalle stazioni della metropolitana.
La diatriba sull'effettivo valore artistico dei graffiti non si chiuderà mai. Ma un cosa è indubbia: i murales di Banksy, artista londinese classe 1974, sono delle vere e proprie opere d'arte. E i temi dei suoi disegni fanno riflettere molto, anche quelli più ironici e dissacranti.
Fatto sta che gli operai addetti alla pulizia della stazione di Old Street a Londra, hanno completamente ricoperto di vernice una delle opere più famose di Banksy. Eccola qua.

I dirigenti dell'azienda pubblica dei trasposti londinesi, tentando di giustificare l'immane cazzata, hanno dichiarato: "Riconosciamo che c'è gente che considera quella di Banksy arte, ma i nostri operai che tolgono i graffiti sono pulitori professionali, non critici d'arte".
Un applauso.

Is my cock big enough, is my brain small enough...

venerdì, aprile 20

La Ugly Pictures presenta Battle of the Bands.
Un'accozzaglia di copertine degli album che hanno fatto la storia del rock. Ci sono tutte, ma proprio tutte le bands che si sfidano fino all'ultimo colpo. Ultraviolenza, sangue e un Sacco di ironia.
L'animazione è a cura di Man vs Magnet. Veramente un ottimo lavoro.
Buon divertimento...

La semiotica dei consumi

mercoledì, aprile 18


Logo.Hallucination è un software che monitora costantemente tutte le immagini che circolano in rete. Qualora vi trovasse delle affinità con uno dei loghi delle marche più famose al mondo, vi manda una mail di avvertimento.
Questa è semiotica allo stato puro. Quasi quasi domani ne parlo all'esame...

Date a Cesare ciò che è di Cesare



Mai avuto l'impressione che, appena viene pronunciata, la parola "indie" già comincia a perdere il suo mero significato?
Lasciamola perdere allora...e mettiamoci il cuore in pace.
Perchè in queste righe preferirei parlare di un festival moderno, non di musica moderna. All'avanguardia.
Si svolge in Inghilterra, precisamente sulle spiaggie di Minehead, a Somerset, (poco distante da Glastonbury) il week end da venerdì 27 a domenica 29 aprile.
L'All Tomorrow's Parties, così si chiama il festival in questione (da una canzone dei Velvet Underground), è una delle rassegne europee più intelligenti sulla faccia del globo. Un sacco di gruppi che suonano in tre giorni, tutti appartenenti alla scena più o meno underground. E sino a qua nulla di eccessivamente ingegnoso...
Ma la brillante idea di Barry Hogan, l'ideatore nonchè ex manager dei Belle & Sebastian, parte da un'intuizione semplicissima: affidare la programmazione dell'evento agli artisti stessi. Coloro che si esibiscono e che sanno cosa significa fare musica. Coloro che vivono di musica e sicuramente non ci lucrano sopra. Gli unici, ormai, ancora "illusi" e pieni di belle speranze.
E così, nella prima edizione dell'ATP festival, ai Mogwai viene affidato il compito di scegliere le band in cartellone, secondo i loro personali gusti musicali. Nel 2001 sono i Tortoise a decidere chi suonerà. Poi i Sonic Youth. Persino Matt Groening (domanda da un milione di dollari: e chi è sto tizio?). E ancora i Mars Volta, Vincent Gallo, i Mudhoney e tanti altri.
Questo è un festival a misura d'uomo, di spettatore. Genuino come nessun altro. Un festival dove i gruppi decidono quali gruppi e quanti gruppi.
Se un bel po' di musicisti, una volta diventati famosi, fondano una propria etichetta discografica, ci sarà pure un motivo. Anche loro hanno i loro gusti...
Ci sono bands che si danno una mano a vicenda per emergere dall'underground e ritagliarsi una fetta di pubblico, anche di nicchia. E le motivazioni sono da leggersi tra le righe di questo festival.
Niente marketing invadente, agenti e merchandising vari.
Il clima è sereno, tutti si conoscono e tutti sono amici. Non esiste competizione e nessuno vuole accaparrarsi il posto di headliners.
Nick Cave che chiacchiera con Thurston Moore, Iggy Pop che prende in giro King Buzzo e così via.
Gran bella idea. Semplice, geniale e senza troppe pretese.
E penso che sia anche permesso chiacchierare di musica indie. Magari stavolta non perderà di significato.

(tale Vincent Moon ci ha fatto un video sull'evento, eccolo)

Vi siete persi un bel concerto

lunedì, aprile 16

Vanzetti e io ci siamo seduti sul palco che sui divani e i tappeti non c'era più posto. Gli Zita Swoon suonavano al centro del locale tutti in cerchio guardandosi in faccia. Non c'erano molte persone e sembrava di assistere a qualcosa di unico.
Stef Kamil Carlens, che praticamente è quello che urlava 159 volte "friday" qui, è simpatico e canta bene. Vanzetti dice che fanno funky, a me sembrava rock, ma mi fido di lui.
Erano tutti in cerchio, chiusi come in una scatola, però ad un certo punto le due coriste fregne si sono girate


Dopo il concerto ho preso freddo e mi è venuto il mal di gola.

LCD, NIN, VHS e VST

giovedì, aprile 12

sarò breve...

LCD Soundsystem - North American Scum
Divertente e danzereccia. Squadra che vince non si cambia; detto in soldoni, è lo schema già usato nel precedente singolo di successo "Daft Punk Is Playing In My House". Un po' di elettronica e un po' di strumenti tipo basso e chitarra. Il testo è molto divertente e prende in giro gli appartenenti alla specie "essere umano nordamericano".
La canzone è stata piazzata nel mio lettore mp3 e credo che ci rimarrà a lungo. Quando sono fermo al semaforo (??!!?) in motorino e canto il ritornello a squarciagola, mi prendono per scemo. E hanno ragione loro.

In giro per la rete si può ascoltare in streaming gratuito (basta inserire il proprio indirizzo mail) il nuovo album dei NIN. Il link lo trovate pure sul blog di Giavasan.
Non male per essere l'ultima fatica di quella mente bacata di Trent Reznor. Canzoni dirette, pesanti e pure un po' acide. L'intro dell'album mette subito in chiaro le cose.

Ho comprato per 3 euri una vhs (quanto mi piace l'analogico) intitolata "Immagini del terzo Reich". Hitler era un grande comunicatore. Dicono che anche Berlusconi è un grande comunicatore. Ergo...

Ho "recuperato" un sacco di nuovi strumenti virtuali per il mio pc. Non vedo l'ora di giocarci un po'.

Dalla parte ci chi crea o di chi usufruisce?

giovedì, aprile 5

Avevo letto da non so quale parte che a giugno verranno a suonare nella capitale i Chemical Brothers. Ottimo.
Un'ottima serata di elettronica ci vorrebbe proprio per inaugurare l'estate.
Ora...taaac (in puro stile nordico) cerco informazioni sul dove come quando e, soprattutto, quanto.
57,50 euro. MUMBLE MUMBLE! 57,50 euri...MUMBLE MUMBLE...GOSH! 57,50 eurissimi. Un Sacco.
Insomma non si può nemmeno andare a vedere un concerto se sei studente squattrinato (ma pure se sei studente lavoratore o lavoratore studente o lavoratore ebbasta). Anche se dovessi percepire uno stipendio mensile mi rifiuterei categoricamente di spendere quasi 60 euro, che poi, porcaccia la miseria, sono 120mila lire.Un Sacco.
Dunque, io andai a vederli più di un anno fa al Flippaut a Bologna e investii i miei 60 euros per 2 giornate di concerti. Oltre ai Fratellini Chimici si esibirono pure i Prodigy (dal vivo sono uno spettacolo), gli Audioslave, gli Slipknot (altra splendida esibizione), Moby e altra gente. Gran belle serate, non c'è che dire. E spendere tutti sti soldi non mi pesò affatto, data la qualità e la quantità di musica diffusa.
Stavolta però il boicottaggio è d'uopo. Ballare al Palalottomatica per quella cifra non mi pare il caso.
Piuttosto andate su Google e inserite come parole chiave Sziget Festival. Valutate, organizzate la vostra vacanza e buon divertimento.
Io con quei 60 euro ci pago le bollette. E ne devo aggiungere persino altri 20...Cazzo.

Questa è la mia giornata autogestita

martedì, aprile 3

Oggi Vanzetti si è preso una giornata di vacanza, dopo i bagordi di ieri sera. Ergo ha annullato tutti i suoi impegni e ha archiviato il caso tesina, un parto più che sofferente, necessaria al riconoscimento di due sacrosanti crediti.
"Strimpellerò la chitarra tutto il giorno, leggerò e ascolterò musica", questo mi sono detto, io, Bartolomeo Vanzetti, immolando la mia giornata alla solitudine e all'arte, intesa come "arte del fancazzismo". Ed è a questo punto che mi ritorna alla mente la frase di una canzone, "Just a state of mind", cantata da Graham Coxon nel suo ultimo album.
In effetti funziona proprio in codesto modo: è solo un mio stato mentale. Il mio approccio a questa giornata è da ricercarsi nella direzione in cui la testa del sottoscritto ha deciso di andarsene. I fatti miei. Per oggi nessuno spazio alle pubblicità, agli sponsor, ai testimonial, ai varietà che giungono a me sotto forma di telefonate, amici, conversazioni più o meno piacevoli e quant'altro.
E la canzone di Coxon si sta facendo strada sempre più prepotentemente. Non mi rimane altro che cercare il cd intitolato "Love, travels at illegal speed" e farne la colonna sonora della mia giornata fondata sull'autogestione.
Ecco dove si erano fermati i Blur qualche tempo fa. Il loro discorso lo ha continuato il buon vecchio Graham, ormai ex chitarrista della storica formazione britannica. Ovviamente ancora più punk, più sporco e più disilluso. "Rimandendo ancora per conto mio" è il titolo della prima canzone dell'album e pare una risposta a chi continua a domandare all'artista se mai un giorno tornerà a suonare con Albarn e soci. Il pezzo è abbastanza teso, rockettoso e incazzatello e io personalmente adoro la parte in cui dice "Am I gonna let you leave without a sound?" che ci sta tutta, sia musicalmente che come significato.
Sarà che preferisco decisamente la pronuncia britannica, rispetto a quella ammerighena, ma la voce scazzata di Coxon è spettacolare, soprattutto quando chiede alle donne se ci si può incotrare in camera da letto oppure in spiaggia, evitando di farlo sapere al loro fidanzato (Don't let your man know).
E dopo qualche pezzo con accenni punk rock, ma suonati con un po' più di professionalità e tecnica, il nostro Vanzetti chiude gli occhi e ascolta in estasi la tanto millantata "Just a state of mind". Un bel lentone acustico, sempre e comunque sporcato dalla distorsione della telecaster, di cui l'artista ne è l'alfiere. Bene così. La ascolto un'altra volta. E un'altra ancora, alla faccia dello shuffle.
Dopodichè si arriva alla schiettezza di "You & I" , la canzone che adoro di più. Semplice, ma simpatica come un pugno nello stomaco. E lui che la canta come se fosse una filastrocca. La stessa frase ripetuta. Che ti entra in testa e non puoi fare a meno di fischiettarla alla fermata del bus. Sacco ne è testimone. Altrochè se ne è testimone.
Le aspettative di chi, come me, voleva ascoltare qualcosa di piacevole e non soporifero, cercando di attribuire un minimo di significato a questo stramaledettissimo pomeriggio, non verranno deluse. La giornata di sicuro non cambierà, ma almeno avrete ascoltato un ottimo album, in barba ai cultori della tecnica e dei virtuosismi.
E se ancora sul vostro viso non è spuntato alcun sorriso, ascoltatevi la beatlesiana sbilenca "What's he got". I quattro baronetti ubriachi in un qualsiasi pub di Brighton.
Coxon riesce ad appiccicarci addosso questo strano puzzo di birra e fumo, un continuo annebbiamento dovuto a sbornia e pioggia battente. Non è nemmeno sabato sera. Ergo posso ritenermi soddisfatto del trattamento subito. Grazie Graham, ci si becca in giro. Ma la prossima volta la macchina la tiro su io.
 
   





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debord teneva un diario, baudrillard teneva un diario. e noi chi siamo, i figli della serva?